Eccome proporre diverse tipologie di lezioni senza mandare in confusione gli allievi (e nemmeno noi istruttori).

Non so tu, ma io nella mia carriera di istruttore ho insegnato un po’ di tutto, e di fatto alcune volte mi sono chiesto: “Questo esercizio è simile a quello di un’altra tipologia di lezione, ma lo sto facendo eseguire in modo diverso…”.

Mi spiego meglio…

Se insegni pilates e spieghi un esercizio, devi fare il diavolo a quattro solo per mostrare un semplice crunch per gli addominali.

Una cosa semplice, solleva le spalle e torna giù.

E vai di: ombelico dentro, respirazione, costole chiuse, controllo della zona lombare, le spalle, il collo, le braccia, le gambe… e chi ne ha più ne metta.

Poi fai lo stesso movimento in una lezione di tonificazione e dici: “Su, giù” dai giusto due dritte ed è fatta.

Ma come è lo stesso esercizio… in una lezione gli hai fatto vedere i sorci verdi per farlo e nell’altra dai così poca importanza?

Cosa cambia tra una lezione e l’altra?

Beh cambia l’approccio, e cambia di tanto.

Perché come disse un insegnante di ballo che ho conosciuto un po’ di anni fa, alla fine due braccia e due gambe abbiamo, non è che possiamo inventarci chissà che cosa.

Però cambia il sistema, il metodo.

Ho deciso di trattare questo argomento perché mi è successa questa cosa molto spesso nei corsi di formazione.

La fortuna di fare formazione è avere tanti feed back, e sentire problemi e pensieri che abbiamo in tanti, e con gli articoli/libri possono mettere tutto nero su bianco.

Dunque nel corso di formazione Real Ball Fitness esiste un esercizio che ho chiamato Roll Up, proprio lo stesso nome che ha nel metodo Pilates.

Ovviamente parliamo di un Roll Up con la palla, e comunque nel manuale specifico che è un esercizio che “arriva” dal Pilates.

Di fatto il Signor Jospeh Pilates la palla neanche sapeva cosa fosse (non esisteva) quindi non è realmente un esercizio di pilates, semmai che si esegue ispirandosi al pilates.

Tornando a noi…

Il solo fatto che ho menzionato Pilates, fa scattare la molla a chi ha già tiene corsi di questa disciplina, in pratica gli si accende l’interruttore.

L’approccio pilates tanto per capirci, non c’entra niente con quello di Real Ball Fitness.

Mi hanno più volte fatto la domanda: “Ma quindi quando lo fanno devono tenere l’ombelico dentro e la zona lombare in posizione neutrale?”.

Eh?… se insegni Real Ball Fitness sai bene che l’approccio è completamente diverso.

Se stiamo proponendo il Fitness-Dance, il ballo o qualcosa di ballato di fatto dobbiamo rinunciare ad alcuni dettagli.

Cioè non potremo mai in una lezione dinamica e ballata controllare che la postura sia perfetta, e che l’ombelico sia dentro ecc., perché non è quella la sede in cui possiamo pretendere quei risultati.

Possiamo dare delle dritte quelle sì, non è che all’improvviso va bene tutto e se la posizione è completamente sbagliata dobbiamo dargli una raddrizzata.

Solo che dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare, se la tipologia di lezione non ce lo permette non possiamo pretendere tutto dai nostri allievi.

E soprattutto dobbiamo avere un focus e concentrarci su quello, se la lezione è Dance falli sudare. Punto. C’è poco da girarci intorno.
Strada facendo ci perdiamo alcune cose ma è normale, se l’obiettivo è fare sudare non è che possiamo passare 10 minuti a spiegare la postura.

Stiamo perdendo solo tempo.

Ho fatto l’esempio di Real Ball Fitness e Pilates ma vale per qualsiasi tipologia di lezione.

Pensa un pochino alle lezioni di funzionale dove si fanno quelli che vengono chiamati Burpees.

E’ un esercizio intenso e articolato, e oltretutto si esegue in lezioni particolarmente dinamiche.

Se sei un istruttrice/tore che si occupa di postura, credo che ti venga la pelle d’oca vedendo eseguire un burpee.

Perché non sarà mai eseguito con una postura perfetta, è un esercizio troppo dinamico.

E il discorso è lo stesso che ho fatto per Real Ball Fitness.

Se l’istruttore nella lezione di funzionale passa 15 minuti a spiegare un burbee (che per carità avrebbe tutte le ragioni) le allieve iniziano a spazientirsi.

Perché sono venute a fare un lavoro muscolare, e vogliono sentire i muscoli affaticati. Punto.
Lo so che è riduttivo per il nostro lavoro, ma è così.

Diverso è se stai facendo una lezione di posturale, direi che in questo caso il ragionamento è esattamente al contrario, perché non ti concentri sul lavoro muscolare ma su altre cose.

Ci sono altre priorità, l’approccio è diverso.

Troppo volte ho sentito dire: “Ah ma quell’istruttore non è bravo, non è professionale perché non gli controllava la postura”.

Sicuramene è vero, mancava qualcosa, però dobbiamo capire qual è la tipologia di lezione e quindi l’approccio. Perché a quel punto cambia tutto il paradigma.

Da Wikipedia:
“Un paradigma, nel linguaggio comune, è un modello di riferimento, un termine di paragone.
La parola deriva dal greco paràdigma che significa esemplare, esempio.”

In pratica se guardiamo una lezione Dance con il Paradigma (esempio) della ginnastica posturale, la lezione Dance non è altro che un pasticcio, un’accozzaglia di movimenti a tempo di musica.

Ovvio che questo è l’esempio estremo, poi ci sono tutte le sfumature di questo mondo.
L’argomento lo sto trattando per fare aprire un po’ gli occhi a tutti gli istruttori che si sono un po’ fossilizzati nel sistema che insegnano.

Hanno un loro paradigma, e tutto ciò va a al di fuori di tale paradigma facilmente lo considerano sbagliato.

Cosa succede se insegniamo diverse discipline e magari abbiamo anche allievi chi si mescolano nelle varie lezioni?

Secondo me dobbiamo ricordarci del focus della lezione: Dance/Suda, Tonificazione/Senti il lavoro muscolare, Postura/Prendi consapevolezza del corso.

Quindi l’istruttore deve proprio trasformarsi, un po’ come faceva Super-Man nella cabina telefonica.

Diversa lezione, diverso sistema, diverso approccio, diverso focus, diverso obiettivo.

Quindi se abbiamo allievi che fanno diverse tipologie di lezione con noi, in alcuni casi secondo va specificata la cosa.

Per esempio la “squottista” (se segui i miei articoli dovresti sapere chi è) è fissata con il lavoro muscolare.

E noi lo sappiamo, perché viene a fare solo i corsi dove ci sono gli squat e i pesi.
Gli altri corsi per lei sono inutili.

Supponiamo che tu le dici che nel Pilates gli addominali lavorano una sacco, quindi lei da buona squottista si incuriosisce e si presenta a lezione.

Eh ma tu poi per farle fare un CRUNCH per l’addome le farai vedere i sorci verdi, e lei si annoierà a morte.

Motivo?
Beh lei non era quella giusta per quella lezione.

E se gli hai proposto pilates dicendo vieni che lavorano gli addominali, forse non era il modo giusto.

Alla fine torniamo sempre al discorso del Target, cioè  il pubblico più giusto a cui proporre le nostre lezioni.

Dobbiamo quindi proporre le nostre lezione non solo alle persone giuste ma con il giusto approccio.

Siamo noi che dobbiamo cercare di comunicare nella maniera giusta, ed essere malleabili riadattandoci ad ogni tipologia di lezione.

Buona lezione collega, ma soprattutto con l’approccio giusto!

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Ho scritto un libro interamente dedicato agli istruttori della sala corsi,
dove ho sviscerato tutti i problemi che affrontiamo ogni giorni con un sacco di consigli su come risolverli.

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Salvo Oliverio
Ideatore Real Ball Fitness

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